Misurina. (English version)


Misurina: Il Gigante di Ghiaccio e la Sua Aria Miracolosa

Il Lago di Misurina non è nato dalle lacrime di un re, come vuole la suggestiva leggenda delle Dolomiti. Certo, è molto più romantico credere nella favola di Re Sorapiss, ma la sua vera storia è un epico racconto geologico che si potrebbe riassumere con una citazione dal mondo del lavoro: Non c’è niente che una macchina pesante e un po di tempo non possano risolvere.

Il Misurina, infatti, è un classico esempio di lago di origine glaciale e la sua formazione è avvenuta per opera di un meccanismo in due tempi. Immaginate un ghiacciaio come un gigantesco bulldozer che, invece di lavorare per un giorno, ha lavorato per migliaia di anni. Questa macchina, lenta ma inesorabile, non ha fatto altro che scendere dalla montagna e, con il suo peso mostruoso – stiamo parlando di una pressione che, tecnicamente, se la mettessimo su un piccolo punto schiaccerebbe la roccia con forza inimmaginabile, ma per capirci è come se un supereroe spingesse costantemente e senza fretta – ha scavato una profonda conca nella roccia sottostante. I geologi chiamano questo processo escavazione glaciale, ma per noi è come se un gigante avesse usato la valle come un enorme mortaretto per pestare e triturare la roccia, rendendola pronta per accogliere l’acqua. Per chi volesse approfondire l’origine della conca, è un ottima occasione per scoprire anche la qualità delle acque dolomitiche, spesso ricche di minerali benefici: Approfondimento Geologico e Acque.

Quando, con la fine dell’ultima era glaciale, il bulldozer di ghiaccio ha terminato il suo turno, si è ritirato, ma ha lasciato dietro di sé tutti i suoi rifiuti di cantiere, ovvero un cumulo disordinato di sassi, ghiaia e fango che gli esperti chiamano morena. Questo ammasso di detriti si è posizionato perfettamente, come una vera e propria diga naturale costruita per inerzia, bloccando il deflusso a valle. L’acqua, accumulandosi dietro questo sbarramento morenico grazie allo scioglimento del ghiaccio e all’apporto dei torrenti alpini, ha riempito la conca scavata, e voilà, il gioco è fatto: il lago è nato.

Questa storia, diciamocelo, non è un esclusiva dolomitica; anzi, Misurina ha molti fratelli gemelli in giro per il mondo. Stiamo parlando di una famiglia di laghi che hanno ereditato lo stesso processo di formazione glaciale. Pensate al Lago Louise nelle Montagne Rocciose canadesi: anche lì, un ghiacciaio ha fatto il suo lavoro di scavo e poi ha lasciato uno sbarramento, proprio con la stessa logica, come in un famoso film d’azione dove, cambiando solo gli attori (le montagne) e la location, la trama di fondo (la glaciazione) è sempre la stessa. Tutti questi corpi idrici condividono una forma allungata, acque generalmente fredde e limpide e sono situati in contesti di alta quota circondati da imponenti massicci montuosi, proprio come la Perla del Cadore, il Lago di Misurina.

E qui la geologia si fonde con la vita. L’unicità di Misurina non è solo nella sua nascita, ma in come questa ha plasmato l’ambiente circostante. La sua alta quota e la sua posizione in quella conca glaciale offrono un microclima eccezionale, un vero e proprio regalo inatteso della natura. Lo specchio d’acqua, circondato dai boschi di conifere e dalle vette maestose come il Sorapiss e le Tre Cime, crea un aria che gli specialisti definiscono priva di allergeni e particolarmente salubre. Qui si respira un aria così pura grazie alla combinazione unica di altitudine (che riduce drasticamente pollini e acari), alla bassa umidità e alla presenza dei monoterpeni emessi dalle foreste di conifere circostanti, sostanze profumate che hanno dimostrato di migliorare le condizioni respiratorie, rendendo Misurina una vera e propria terapia forestale. È un luogo così benefico che vi è stato costruito l’ unico centro in Italia specializzato nella cura dell’asma infantile: qui, per anni, l’aria stessa è stata considerata il primo farmaco (per conoscerne la storia e il controverso destino: La storia dell’Istituto Pio XII). In pratica, Misurina è la risposta della natura al proverbio L’aria fa bene, ma quella di montagna ancora di più, certificata dalla scienza.

Cosa rappresenta oggi questo luogo per l’uomo? Oltre ai benefici diretti per la salute, la sua bellezza mozzafiato è diventata un’oasi che soddisfa quel bisogno primordiale di natura che spesso perdiamo nella vita moderna. La presenza umana in quest’area ha una storia affascinante di adattamento e trasformazione del paesaggio: Dall’Eremo al Grand Hotel. Misurina ci offre una riflessione più acuta: l’essere umano ha trasformato la forza distruttiva e creatrice del ghiaccio in una risorsa, ma non attraverso l’ingegneria, bensì attraverso la semplice contemplazione. Misurina ci ricorda che, anche dopo milioni di anni di turbolenze geologiche, la cosa più potente che la natura ci ha lasciato in eredità è la capacità di farci fermare, di respirare a pieni polmoni e di dire, quasi citando un classico: Francamente, me ne infischio dei problemi della vita, almeno per un istante, di fronte a un tale capolavoro.

Concludiamo con questa riflessione: “La bellezza è un dono, ma anche una responsabilità.” Misurina è meta di migliaia di visitatori ogni anno, attratti dalle Tre Cime di Lavaredo. È come avere un gioiello che tutti vogliono toccare: il rischio è che si consumi. Sentieri sovraffollati, parcheggi saturi, rifiuti lasciati qua e là. Parlare di turismo sostenibile non è retorica, ma necessità. Perché un lago che si svuota di silenzio perde la sua voce più autentica.

Approfondimenti

Biodiversità

“Un lago non è mai solo acqua: è un piccolo universo.” Sotto la superficie di Misurina nuotano i salmerini alpini, pesci che amano acque fredde e limpide. Sono come sentinelle: se l’acqua si sporca o si scalda troppo, spariscono. Intorno al lago, nelle torbiere, crescono piante rare che sembrano insignificanti, ma sono come i segnalibri di un libro antico: indicano che qui la natura conserva ancora capitoli preziosi.

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L’Aria Miracolosa

“Respirare Misurina è come aprire una finestra dentro di sé.” La scienza parla di monoterpeni, molecole che gli alberi rilasciano e che hanno effetti benefici sul sistema respiratorio. Ma per chi non ha dimestichezza con la chimica, basta immaginare di entrare in una stanza piena di aghi di pino appena tagliati: quell’odore fresco e balsamico è la firma invisibile della foresta. Non è magia, ma biochimica che si traduce in benessere. Come scriveva Goethe: “La natura è l’unico libro che offre un contenuto di valore in ogni pagina.”

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La Storia e il Destino dell’Istituto Pio XII

L’Istituto Pio XII, l’iconico edificio sulle rive del lago, ha una storia che inizia come Grand Hotel Misurina nel lontano 1896, ospitando anche la Regina Margherita di Savoia. Acquistato dalla Diocesi di Parma nel 1949, si specializzò inizialmente nella cura della tubercolosi, per poi diventare, dal 1970, un centro di eccellenza per la diagnosi, cura e riabilitazione dell’asma infantile in alta quota, unico nel suo genere in Italia e uno dei soli tre in Europa.

Qui, l’aria era considerata il farmaco principale, capace di ridurre l’infiammazione polmonare e l’ iper-reattività bronchiale, permettendo in molti casi la riduzione o la sospensione della terapia farmacologica.

Nonostante l’evidente successo clinico, il centro ha dovuto chiudere i battenti il 31 dicembre 2022. La chiusura è stata motivata da una situazione economica insostenibile, con costi operativi altissimi e un deficit annuale che sfiorava il milione di euro. Le difficoltà furono aggravate da una drastica riduzione degli accessi dei pazienti, causata, tra l altro, da una modifica delle procedure di accesso regionali che rendeva l’iter più complesso. Un triste esempio di come la burocrazia e le difficoltà finanziarie possano interrompere un’eccellenza sanitaria nata dalla lungimiranza.

“Il futuro è un ponte che dobbiamo costruire con le pietre del presente.” Dopo la chiusura dell’Istituto Pio XII, il grande edificio resta lì, come un libro chiuso. Alcuni sognano di trasformarlo in centro congressi, altri in struttura turistica. Qualunque sia la scelta, sarà come decidere il destino di un personaggio in un romanzo: se lo scrittore sbaglia, la trama perde forza. Qui la trama è la salute, la memoria e l’identità di Misurina.

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L’Eredità Chimica del Ghiacciaio

La formazione del lago per escavazione e sbarramento morenico non è solo una storia di forme, ma anche di chimica. La composizione dell’acqua di Misurina, alimentata da sorgenti che attraversano le rocce Dolomitiche (principalmente calcaree e dolomitiche), è eccezionalmente pura. Queste acque sono povere di sodio ma ricche di minerali essenziali disciolti, un fenomeno noto come mineralizzazione. I ghiacciai, agendo come frantoi naturali, hanno infatti esposto la roccia alla lenta azione dissolvente dell’acqua, arricchendola di elementi come ferro, magnesio, silicio e potassio.

Tecnicamente, la bassa concentrazione di sodio è un fattore che la rende diuretica, mentre la presenza bilanciata di oligoelementi contribuisce al benessere della pelle e dell’organismo. Non è un caso che l’acqua di Misurina sia stata scelta per la formulazione di prodotti cosmetici, un ulteriore conferma della sua eccezionale qualità ereditata direttamente dall’attività glaciale.

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Misurina e l’Uomo: Una Storia di Adattamento

L’insediamento umano nell’area di Misurina, pur non avendo radici antiche come i paesi di fondovalle, è sempre stato legato alla ricerca di un luogo appartato e salubre. Fino al XIX secolo, la presenza era scarsa, limitata a pastori e, soprattutto, a eremiti che cercavano il silenzio e la purezza dell’aria, come testimonia l’esistenza dell’Eremo dei Romiti di Monte Froppa, ancora oggi raggiungibile a piedi.

La vera trasformazione arrivò tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento con l’avvento del turismo d’élite e la scoperta dei benefici climatici dell’alta quota. L’inaugurazione di strutture lussuose, come il già citato Grand Hotel, trasformò Misurina da rifugio spirituale a destinazione mondana. Questo sviluppo fu poi consolidato dall’apertura delle vie di comunicazione che collegarono la conca al Cadore e a Cortina, stabilendo Misurina come un punto strategico per l’accesso alle Tre Cime di Lavaredo, ma anche, e qui ritorna la salute, come centro di riferimento per la climatoterapia alpina. Oggi, l’area è un nodo cruciale per lo sport invernale e un oasi estiva per escursionisti e ciclisti, mantenendo il suo duplice ruolo di vetrina turistica e di luogo di profonda quiete.

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Patrimonio Culturale

Le Lacrime del Re e la Melodia di Baglioni

La leggenda popolare, ben più commovente della geologia, narra che un tempo Re Sorapiss regnasse su queste montagne e avesse una figlia di nome Misurina, viziata e capricciosa. Per ottenere uno specchio magico che desiderava, il Re dovette recarsi dalla Fata del Cristallo, la quale accettò di cederlo solo a patto che lui si trasformasse in montagna per dare ombra ai suoi fiori. Il Re acconsentì. La figlia felice corse tra i prati e i fiori. Ma Sorapiss dopo aver visto la figlia cadere nel vuoto mentre lui si trasformava, iniziò a piangere. Le sue ultime, disperate lacrime, scendendo giù per la nuova montagna, si raccolsero formando il lago che porta il nome della figlia. Così, il lago che ammiriamo è, in realtà, un monumento al dolore paterno.

Questa stessa magia e drammaticità del paesaggio non è sfuggita all’arte. Ogni luogo ha la sua leggenda, e ogni leggenda è una verità travestita. La storia di Re Sorapiss e della figlia Misurina è nota, ma il lago ha ispirato anche fotografi, registi e cantautori. Claudio Baglioni lo ha cantato, ma anche il cinema ha usato queste acque come specchio di mondi sospesi. È un palcoscenico naturale che continua a recitare, ogni giorno, la stessa pièce: quella della bellezza che resiste.

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Una parentesi su Clima e Ghiacciai

“Il gigante di ghiaccio non è eterno: anche i titani, prima o poi, si assottigliano.” Negli ultimi decenni i ghiacciai delle Dolomiti hanno perso metri su metri di spessore. È come se un vecchio mantello si stesse consumando, lasciando intravedere la roccia nuda. Per chi non mastica numeri, basti pensare che il ghiacciaio del Sorapiss, che alimenta indirettamente il bacino di Misurina, ha ridotto la sua superficie di oltre un terzo in mezzo secolo. Un dato che non è solo statistica: è la prova che il lago vive in equilibrio fragile, come una candela che brilla più intensamente proprio quando si avvicina alla fine.

Misurina: The Ice Giant and Its Miraculous Air

Lake Misurina was not born from the tears of a king, as the evocative Dolomites legend claims. Certainly, believing in the fable of King Sorapiss is much more romantic, but its true story is an epic geological tale that could be summarized with a quote from the world of labor: “There’s nothing a heavy machine and a little bit of time can’t solve.”

Misurina, in fact, is a classic example of a lake of glacial origin, and its formation occurred through a two-step mechanism. Imagine a glacier as a gigantic bulldozer that, instead of working for a day, worked for thousands of years. This slow but inexorable machine did nothing but descend the mountain, and with its monstrous weight—we are talking about a pressure that, technically, if placed on a small point would crush the rock with unimaginable force, but to understand it, it’s like a superhero constantly and unhurriedly pushing—it carved a deep basin into the underlying rock. Geologists call this process glacial excavation, but for us, it is as if a giant used the valley as an enormous mortar to pound and crush the rock, making it ready to hold water.

When, with the end of the last ice age, the ice bulldozer finished its shift, it retreated, but left behind all its construction debris: a messy pile of rocks, gravel, and mud that experts call moraine. This mass of debris positioned itself perfectly, like a true natural dam built by inertia, blocking the downstream flow. The water, accumulating behind this morainic barrier thanks to the melting ice and the contribution of alpine streams, filled the excavated basin, and voilà, the job is done: the lake was born.

This story, let’s face it, is not exclusive to the Dolomites; on the contrary, Misurina has many twin brothers around the world. We are talking about a family of lakes that inherited the same glacial formation process. Think of Lake Louise in the Canadian Rockies: there too, a glacier did its digging work and then left a barrier, following the exact same logic, much like in a famous action movie where, by changing only the actors (the mountains) and the location, the underlying plot (the glaciation) remains the same. All these bodies of water share an elongated shape, generally cold and clear waters, and are situated in high-altitude contexts surrounded by imposing mountain massifs, just like the Pearl of Cadore, Lake Misurina.

And here geology merges with life. Misurina’s uniqueness is not only in its birth but in how this has shaped the surrounding environment. Its high altitude and its position in that glacial basin offer an exceptional microclimate, a true unexpected gift from nature. The body of water, surrounded by conifer forests and majestic peaks like Sorapiss and the Tre Cime, creates air that specialists define as allergen-free and particularly healthy. The air breathed here is so pure thanks to the unique combination of altitude (which drastically reduces pollen and mites), low humidity, and the presence of monoterpenes emitted by the surrounding conifer forests—fragrant substances that have been shown to improve respiratory conditions, making Misurina a true forest therapy. It is such a beneficial place that the only center in Italy specialized in the treatment of childhood asthma was built here: for years, the air itself was considered the primary medicine (unfortunately, the hospital for childhood asthma closed in 2022 due to financial difficulties).

What does this place represent for humanity today? Beyond the direct health benefits, its breathtaking beauty has become an oasis that satisfies that primordial need for nature that we often lose in modern life. Misurina offers us a sharper reflection: the human being has transformed the destructive and creative force of the ice into a resource, not through engineering, but through simple contemplation. Misurina reminds us that, even after millions of years of geological turbulence, the most powerful thing nature has bequeathed to us is the ability to make us stop, breathe deeply, and say, almost quoting a classic: Frankly, I don’t give a damn about life’s problems, at least for an instant, in front of such a masterpiece.

We conclude with this reflection: “Beauty is a gift, but also a responsibility.” Misurina is a destination for thousands of visitors every year, attracted by the Tre Cime di Lavaredo. It is like owning a jewel that everyone wants to touch: the risk is that it wears out. Overcrowded paths, saturated parking lots, rubbish left here and there. Talking about sustainable tourism is not rhetoric, but necessity. Because a lake that empties itself of silence loses its most authentic voice.

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