Pordenone si prepara ad accogliere, dall’11 al 14 dicembre, la nuova edizione del Montagna Festival. Non un semplice cartellone di spettacoli, ma un vero e proprio laboratorio culturale che mette al centro la “montagna di mezzo”: quella quotidiana, fragile, che vive tra borghi, boschi e vallate, lontana dalle cartoline turistiche e dalle vette da record.

Il festival nasce con un obiettivo chiaro: restituire voce alle comunità delle terre alte, raccontando la loro resilienza e le sfide di un territorio che rischia lo spopolamento ma che conserva energie vitali. Teatro, danza, musica, poesia e fotografia diventano strumenti di indagine, capaci di intrecciare linguaggi diversi e di aprire un dialogo tra pianura e montagna.

L’apertura è affidata ad Aterballetto con Notte Morricone, un omaggio che porta la grande musica da cinema sul palcoscenico del Teatro Verdi. Nei giorni successivi, il programma si articola tra convegni e performance: il ciclo R-Evolution Green affronta il tema della sostenibilità, mentre il concerto Dagli Appennini alle Madonie mette in scena la pluralità dei paesaggi sonori italiani.

Sabato 13 dicembre è la giornata del confronto: studenti e università discutono di “visioni future” per la montagna pordenonese, mentre la presentazione del volume Dolomiti. Un paesaggio tutelato richiama l’attenzione sul patrimonio UNESCO. La sera, lo spettacolo Montagna – Se non mente chi dice che Dio qui non è lontano porta sul palco la dimensione spirituale e poetica delle terre alte.

La chiusura, domenica 14, è affidata a due protagonisti d’eccezione: Stefano Mancuso e Giovanni Storti, con la regia di Arturo Brachetti, nello spettacolo Lunga vita agli alberi. Un titolo che diventa manifesto: la montagna come ecosistema da proteggere, come luogo di vita e di futuro.

Il Montagna Festival 2025 si conferma così non solo come rassegna artistica, ma come spazio di riflessione collettiva. Pordenone diventa crocevia di idee e visioni, dove la montagna non è più sfondo ma protagonista, raccontata nella sua complessità e nelle sue contraddizioni.

Confronto tra festival di montagna 2025

FestivalLuogo / DateFocus principaleLinguaggi usatiArgomenti portanti
Montagna Teatro FestivalPordenone, 11–14 dicembre“Montagna di mezzo”: quotidianità, fragilità, comunitàTeatro, danza, musica, poesia, fotografia, convegniSpopolamento, sostenibilità, cibo e paesaggio, educazione, resilienza
I Suoni delle Dolomiti (30ª edizione)Trentino, 27 agosto–4 ottobreMusica in quota, esperienza immersivaConcerti classici, jazz, world music, trekking musicaleDialogo arte-paesaggio, turismo consapevole, inclusione, tutela ambientale
Le Dolomiti più NoteBelluno, 20 luglio–13 settembreMusica tra rifugi e borghiClassica, cantautorato, tradizioneValorizzazione borghi, comunità locali, identità UNESCO
Trento Film Festival (73ª edizione)Trento, 25 aprile–4 maggioCinema e cultura delle terre alteDocumentari, fiction, animazione, incontriCambiamento climatico, alpinismo, migrazioni, focus Argentina
  • Pordenone (Montagna Teatro Festival):
    • Centrale la “montagna di mezzo”, fragile e produttiva.
    • Forte taglio sociale e comunitario: spopolamento, servizi, resilienza.
    • Linguaggi teatrali e poetici come strumenti di riflessione.
  • Trento (Film Festival):
    • Internazionalità e pluralità di linguaggi cinematografici.
    • Focus globale (Argentina 2025), con 126 film e 165 eventi.
    • Temi: cambiamento climatico, migrazioni, esplorazioni.
  • Trentino (Suoni delle Dolomiti):
    • Esperienza immersiva: concerti gratuiti in quota, trekking musicale.
    • Obiettivo: turismo consapevole e inclusivo.
    • Arte come dialogo diretto con paesaggio e natura.
  • Belluno (Dolomiti più Note):
    • Musica come strumento di valorizzazione dei borghi e rifugi.
    • Forte radicamento territoriale, con la Magnifica Comunità di Cadore.
    • Identità UNESCO come cornice culturale.

Il Montagna Festival di Pordenone si distingue per il suo taglio sociale e comunitario, affrontando la montagna come spazio di vita fragile e quotidiano. In confronto, i festival trentini e bellunesi puntano su esperienze immersive e artistiche (musica in quota, concerti nei borghi), mentre Trento propone un respiro internazionale con il cinema come lente critica sulle terre alte del mondo.

La comparazione mostra una complementarità: Pordenone porta il dibattito politico-culturale sulla montagna di mezzo, Trento internazionalizza il racconto, Belluno radica la musica nei borghi, il Trentino la porta in quota. Insieme, delineano un mosaico di approcci che restituisce la complessità delle Dolomiti e delle aree alpine.

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