Diario di bordo – 29 Dicembre 2025 Rotta: Piancavallo – Belluno – Lienz – Trento. Condizioni: Raffiche forti, visibilità a tratti oscurata dal fumo.

Il Dirigibile Dolomiti oggi fatica a tenere la rotta. Non è solo la meteorologia a scuoterci, ma le storie che abbiamo raccolto sorvolando le valli imbiancate tra la Vigilia e Santo Stefano. Da quassù, il contrasto è stridente: le luci calde dei mercatini sembrano piccole isole di pace in un mare in tempesta, dove il vento non è solo un fenomeno atmosferico, ma un attore tragico.

1. Il Natale Spezzato (Piancavallo e Lienz) Il nostro sguardo si posa subito sul Friuli, dove la magia del 25 dicembre si è infranta contro un pilone di cemento. A Piancavallo, proprio nel giorno di Natale, il vento ha deciso di essere crudele: una raffica improvvisa ha sollevato la rete di protezione di una seggiovia, trascinando giù un lavoratore di 32 anni. Un volo di dieci metri nel vuoto che ha trasformato la festa in angoscia, con l’uomo trasportato d’urgenza a Udine in condizioni critiche. È il promemoria brutale che la montagna, anche quando è “addomesticata” dagli impianti, resta un luogo selvaggio e imprevedibile. Poco lontano, oltre confine, anche il Tirolo Orientale ha pagato il suo tributo alla gravità. A Sillianberg, uno sciatore è precipitato in un terreno privo di neve, mentre a Lienz i ladri non hanno rispettato nemmeno la sacralità del pranzo natalizio, svaligiando una casa proprio mentre le famiglie scartavano i regali.

2. Le Ruspe e la Memoria (Belluno e Trento) Spostandoci verso la Valbelluna, il Dirigibile osserva un altro tipo di ferita, questa volta inflitta dall’uomo alla sua stessa storia. Le storiche pensiline “Bacciocche”, quelle stazioni di servizio futuristiche volate da Enrico Mattei che per decenni hanno segnato l’ingresso a Belluno e Vittorio Veneto, sono state abbattute. Le ruspe hanno cancellato un pezzo di memoria architettonica tra le polemiche, sacrificando il passato sull’altare di una modernizzazione che spesso fatica a trovare un’anima. E mentre a valle si demolisce, sul Nevegal si discute. L’associazione “Vivaio Dolomiti” ha lanciato un grido d’allarme proprio alla fine dell’anno: il “Colle” di Belluno è gestito senza visione, con impianti che girano a vuoto e una politica che sembra aver dimenticato che lo sci non è solo business, ma cultura del territorio. Nemmeno lo sport ha regalato gioie ai bellunesi questa settimana: la squadra di calcio locale, le Dolomiti Bellunesi, ha chiuso il 2025 incassando una sconfitta amara per 2-0 contro il Trento, lasciando ai trentini il sorriso di fine anno.

3. Fuoco e Oro (Innsbruck e Lienz) Ma il Dirigibile deve guardare anche a nord, dove il cielo si è tinto di rosso non per il tramonto, ma per le fiamme. Sulla Nordkette, sopra Innsbruck ma visibile da tutto il distretto alpino, un incendio boschivo ha divorato ettari di bosco proprio a ridosso del Capodanno, costringendo a chiudere i sentieri e richiamando l’attenzione sulla fragilità dei nostri boschi, secchi e vulnerabili anche in inverno. Eppure, in mezzo a queste notizie di crolli e roghi, la vita pulsa ancora. A Lienz, il mercato dell’Avvento ha chiuso i battenti con un successo straordinario, confermando che la voglia di stare insieme è più forte della paura. E a Belluno, nel palazzetto dello sport, è esplosa la gioia pura: la Belluno Volley ha alzato al cielo la Coppa Italia, un trofeo d’oro che brilla come una promessa per il futuro, ricordandoci che la fatica e il sudore, a volte, vengono ripagati.

Chiudiamo questo 2025 con una virata sopra le piazze ancora illuminate. Abbiamo visto la sofferenza di chi lavora mentre gli altri festeggiano, abbiamo visto la storia cadere sotto i colpi delle ruspe e la natura ribellarsi col vento e col fuoco. Ma abbiamo visto anche la tenacia di chi scende in campo, di chi soccorre, di chi continua a tessere la tela della comunità nonostante tutto. Il Dirigibile Dolomiti rientra all’hangar per l’ultima volta quest’anno. La montagna è severa, ma è viva.

Passo e chiudo. Buon 2026.

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