Calalzo di Cadore è un paese che non si limita a esistere: resiste, ricorda, rinasce. Situato a 806 metri di altitudine, nel cuore del Centro Cadore, si affaccia sulle rive occidentali del Lago di Centro Cadore, come un balcone sospeso tra cielo e acqua. Oggi conta 1.813 abitanti, ma ogni calaltino porta con sé l’eco di un passato che ha lasciato impronte profonde nella storia del Bellunese.
Un paesaggio che parla
Calalzo è circondato da giganti di roccia: il Monte Antelao, le Marmarole, gli Spalti di Toro. Il suo territorio si estende fino alla Val d’Oten, una valle selvaggia e silenziosa che conduce a rifugi come il Chiggiato, il Galassi, la Capanna degli Alpini. Qui, la natura è maestra: boschi di conifere, cascate, sentieri che si perdono tra le nuvole. E poi c’è Lagole, un sito archeologico e naturalistico unico, dove le acque sulfuree sgorgano da millenni e raccontano storie di culti antichi e guarigioni.
Architettura e memoria
Il paese è un intreccio di case in pietra e legno, chiese antiche come quella di San Biagio, che custodisce opere di Orazio Vecellio, figlio di Tiziano. La frazione di Rizzios, con la sua chiesa di Sant’Anna, è un angolo di mondo dove il tempo si è fermato. E poi c’è la biblioteca Enrico De Lotto, con oltre 20.000 volumi, che custodisce la memoria scritta di un popolo che ha sempre saputo leggere il futuro nei segni del passato.
Un’economia che ha fatto scuola
Calalzo è stato il cuore pulsante dell’occhialeria cadorina. Qui, nel 1878, nacque la prima fabbrica di occhiali, grazie ai fratelli Frescura e a Giovanni Lozza. Da questo piccolo paese si è irradiata un’industria che ha reso il Cadore famoso nel mondo. Per decenni, Calalzo ha dato lavoro, dignità e innovazione a migliaia di persone. Oggi, molte di quelle fabbriche sono chiuse o riconvertite, ma il ricordo di quella stagione gloriosa è ancora vivo nei racconti, nei musei, nei gesti di chi ha vissuto quell’epoca.
Turismo: la nuova linfa
Oggi, il turismo è la speranza e la sfida. Calalzo è il punto di partenza della Ciclabile delle Dolomiti, che collega Dobbiaco a Lienz. È una meta per escursionisti, famiglie, amanti della natura e della cultura. Il Museo Archeologico Cadorino, il Laghetto delle Tose, i rifugi alpini, le passeggiate nella Val d’Oten: tutto parla di un paese che vuole accogliere senza snaturarsi.
Un presente che guarda avanti
Calalzo vive oggi una transizione delicata. La popolazione invecchia, i giovani partono, l’economia è fragile. Ma c’è una forza che non si spegne: quella delle radici, della comunità, della bellezza che non si arrende. I progetti di valorizzazione culturale, la promozione del turismo lento, la riscoperta delle tradizioni sono semi piantati in una terra che ha ancora molto da dare.
Calalzo di Cadore non è solo un paese: è una lezione di resilienza. È il suono del torrente Molinà, il profumo del legno bagnato, la luce che filtra tra gli abeti. È la nostalgia di un passato fiero e la speranza ostinata di un futuro possibile.