Domegge di Cadore non è solo un paese: è un racconto inciso nella pietra, un riflesso d’acqua che custodisce secoli di storia e speranza. Situato a 775 metri di altitudine, lungo la riva destra del fiume Piave, nel cuore del Centro Cadore, questo comune veneto conta oggi circa 2.230 abitanti. Ma ogni domeggese è custode di un’identità che ha saputo resistere al tempo e alle trasformazioni.
Geografia e paesaggio: un abbraccio di montagne
Domegge si distende tra le Dolomiti Orientali, incorniciato da cime leggendarie come le Marmarole, gli Spalti di Toro, i Monfalconi e il Monte Montanèl. Il Lago di Centro Cadore, che lambisce il paese, riflette cieli mutevoli e silenzi profondi. I torrenti Molinà, Talagona e Cridola attraversano il territorio come vene d’acqua viva, mentre le frazioni di Grea e Vallesella aggiungono sfumature diverse a questo quadro alpino.
Architettura: pietra, legno e memoria
Passeggiare per Domegge è come sfogliare un libro di storia. La Chiesa di San Giorgio, con le sue colonne corinzie e le opere di Marco Vecellio, domina la piazza come un tempio. L’Eremo dei Romiti, sul Monte Froppa, è un rifugio dell’anima, raggiungibile attraverso una Via Crucis nel bosco. Le case affrescate di Grea, i taulà in legno, le chiesette di campagna raccontano una fede semplice e profonda, un’arte che nasce dalla terra.
Economia: dal legno all’occhiale
Un tempo, Domegge era cuore pulsante dell’economia cadorina. I suoi boschi alimentavano la Serenissima, le sue botteghe lavoravano il ferro, il legno, la pietra. Ma è con l’occhialeria che il paese ha scritto una pagina industriale straordinaria: da oltre 120 anni, qui si producono montature per occhiali esportate in tutto il mondo. L’industria ha dato lavoro, dignità, futuro. Oggi, molte aziende resistono, altre si sono riconvertite, ma l’identità produttiva è ancora viva.
Turismo: bellezza da vivere, non da consumare
Domegge è una meta discreta ma preziosa. Attira escursionisti, ciclisti, famiglie e viaggiatori in cerca di autenticità. Il ponte sul lago, i rifugi Padova, Cercenà e Baion, i sentieri verso il Monte Montanèl, il Museo dell’Occhiale, il Parco di Vallesella: tutto parla di un paese che accoglie con grazia. Il turismo qui è sostenibile, lento, rispettoso. È un invito a fermarsi, ad ascoltare, a respirare.
Oggi: resistere con grazia
La popolazione invecchia, i giovani partono, l’economia è fragile. Ma Domegge non si arrende. Si affida alla sua memoria, alla sua bellezza, alla sua gente. I progetti di valorizzazione culturale, la promozione del turismo responsabile, la cura dei sentieri e dei rifugi, sono semi piantati in una terra che ha ancora molto da raccontare.
Domegge di Cadore è un paese che ti entra nel cuore. È il profumo del legno bagnato, il suono delle campane al tramonto, la luce che filtra tra gli abeti. È la nostalgia di un passato fiero e la speranza ostinata di un futuro possibile.