Lozzo di Cadore è un paese che non si dimentica. È un luogo dove la montagna non è solo sfondo, ma anima. Dove ogni pietra racconta una storia, ogni sentiero è un ricordo, ogni sguardo verso l’alto è una preghiera silenziosa.

Situato a 754 metri di altitudine, nel cuore del Centro Cadore, Lozzo conta oggi circa 1.230 abitanti. Ma dietro questo numero c’è una comunità che ha saputo resistere, reinventarsi, custodire la propria identità con fierezza.

Geografia e paesaggio: un abbraccio di roccia e luce

Lozzo si adagia tra il fiume Piave e il Rio Rin, ai piedi delle Marmarole, in una conca verde che si apre verso l’altopiano di Pian dei Buoi, a 1.800 metri: una terrazza naturale che un tempo era alpeggio e oggi è uno dei luoghi più suggestivi delle Dolomiti. Il territorio è attraversato da boschi, sentieri, roggie e mulini, e offre panorami che tolgono il fiato.

Architettura: la memoria scolpita nella pietra

Il paese è un mosaico di case in pietra e legno, chiese antiche come quella di San Lorenzo (oggi auditorium), San Rocco, Loreto, e la Madonna del Rosario. La Roggia dei Mulini, il Museo della Latteria, il Sentiero Botanico Tita Poa e il Parco della Memoria raccontano un passato fatto di lavoro, fede e comunità. Ogni edificio, ogni fontana, ogni vicolo è un frammento di un’identità che non ha mai smesso di parlare.

Economia: dal legno all’occhiale, dalla terra al turismo

Un tempo, Lozzo era un centro artigiano e agricolo: i suoi boschi alimentavano la Serenissima, i mulini producevano farina, le latterie trasformavano il latte in oro bianco. Poi venne l’industria: occhialeria, falegnameria, edilizia. Il paese fu tra i primi del Cadore a sviluppare una classe imprenditoriale locale, grazie anche alla forza motrice del Rio Rin.

Oggi, quell’economia è cambiata. Molte fabbriche hanno chiuso, l’agricoltura è in calo, ma il turismo è diventato la nuova linfa. Lozzo è una meta per chi cerca autenticità, natura, cultura. Il Pian dei Buoi, con i suoi forti della Grande Guerra, è un paradiso per escursionisti e ciclisti. Il paese promuove un turismo lento e sostenibile, fatto di silenzi, incontri, bellezza.

Presente e futuro: resistere con grazia

Lozzo vive oggi una transizione delicata. La popolazione invecchia, i giovani partono, l’economia è fragile. Ma c’è una forza che non si spegne: quella delle radici, della comunità, della memoria. I progetti culturali, la valorizzazione dei sentieri, la cura del paesaggio sono semi piantati in una terra che ha ancora molto da dare.

Lozzo di Cadore non è solo un paese: è una lezione di dignità. È il profumo del legno bagnato, il suono dell’acqua nei canali, la luce che filtra tra gli abeti. È la nostalgia di un passato fiero e la speranza ostinata di un futuro possibile.