Selva di Cadore è un luogo che non si attraversa: si ascolta. È un sussurro tra le Dolomiti, un abbraccio di pietra e luce che racconta secoli di storia e di resistenza. Situata a 1.335 metri di altitudine, nel cuore della Val Fiorentina, in provincia di Belluno, Selva conta oggi circa 498 abitanti. Ma ogni silvano porta con sé l’eco di una comunità che ha saputo custodire la propria anima tra i boschi e le vette.

Il Museo intitolato a Vittorino Cazzetta a Selva è uno dei musei più importanti nella provincia di Belluno. Al suo interno i resti dell’uomo di Mondeval e una suggestiva ricostruzione dell’era dei dinosauri con il calco delle impronte ritrovate ai piedi del monte Pelmo

Appuntamenti

26 luglio 2025 Concerto all’Alba – Rifugio Aquileia

  • Orario: 07:00
  • Protagonisti: Complesso d’Archi del Friuli e del Veneto
  • Atmosfera: Musica classica immersa nel silenzio dell’alba, tra le montagne di Val Fiorentina

Un paesaggio che commuove

Selva è circondata da giganti dolomitici: il Monte Pelmo, il Civetta, la Marmolada, il Cernera. La valle è un anfiteatro naturale dove il sole danza tra i prati e i boschi di conifere. Le sue frazioni – Santa Fosca, Pescul, Toffol, L’Andria – sono piccoli mondi sospesi nel tempo, dove ogni casa, ogni fontana, ogni sentiero ha una storia da raccontare.

Architettura: pietra, legno e fede

Il paese è un mosaico di case in pietra e legno, fienili antichi, chiese gotiche e campanili slanciati. La Chiesa di San Lorenzo, con il suo altare ligneo e le opere d’arte sacra, è il cuore spirituale del borgo. La Chiesetta di Santa Fosca, con la sua cupola a cipolla e gli affreschi esterni, è un gioiello che incanta fotografi e pellegrini. E poi c’è il Museo Civico Vittorino Cazzetta, che custodisce lo scheletro dell’Uomo di Mondeval e le orme di dinosauri del Pelmetto: un ponte tra la preistoria e l’eternità.

Un’economia che ha fatto la storia

Un tempo, Selva era cuore pulsante dell’economia cadorina. I suoi boschi alimentavano la Serenissima, le fucine lavoravano il ferro, i carbonai producevano carbone per i forni fusori. Le Regole, antiche istituzioni comunitarie, gestivano i pascoli e i boschi con saggezza e giustizia. Ogni famiglia aveva un campo, una stalla, un sapere da tramandare. Poi venne il declino delle miniere, l’emigrazione, la fatica di restare.

Turismo: la nuova linfa

Oggi, Selva di Cadore vive di turismo, ma non ha venduto la sua anima. È parte del comprensorio Ski Civetta, con oltre 80 km di piste da sci e collegamenti con Alleghe e Val di Zoldo. In estate, è punto di partenza per escursioni, ferrate, trekking e mountain bike. Il Passo Giau, il Mondeval, il Monte Fertazza: ogni sentiero è un viaggio nella meraviglia. Il turismo qui è lento, rispettoso, emozionale. È un invito a fermarsi, ad ascoltare, a respirare.

Oggi: tra fragilità e speranza

La popolazione invecchia, i giovani partono, l’economia è fragile. Ma Selva non si arrende. Le sue tradizioni ladine, il folklore, le feste di paese, la Desmontegada, il Carnevale tradizionale: tutto parla di una comunità che resiste con grazia. I progetti culturali, la valorizzazione dei sentieri, la cura del paesaggio sono semi piantati in una terra che ha ancora molto da raccontare.

Selva di Cadore non è solo un paese: è una carezza di vento tra gli abeti, una preghiera sussurrata tra le montagne, una promessa che la bellezza, se custodita, può ancora salvare.