Ottobre sulle Dolomiti: Un Giorno tra Storia, Identità e Sfide del Futuro

REGIONE DOLOMITICA, 19 ottobre 2025 – Se il calendario non segna per il 19 ottobre una data unica e universalmente riconosciuta come “storica” per le Dolomiti, una ricerca approfondita rivela che questo giorno, o il periodo in cui cade, è intriso di significati profondi, intrecciando la grande Storia con le tradizioni locali e le urgenze del presente. Per le province di Belluno, Bolzano, Trento, Udine, Pordenone e la vicina Lienz, il 19 ottobre risuona come un richiamo a eventi che hanno plasmato confini e identità, e a riflessioni sulle sfide ambientali che continuano a modellare il futuro di queste montagne.

La Grande Storia: Il 1866 e i Confini dell’Identità Bellunese

Tra il 19 e il 20 ottobre, nel lontano 1866, si colloca la vigilia di un momento cruciale per l’Italia e per gran parte del Bellunese: i plebisciti del 21 e 22 ottobre che sancirono l’annessione del Veneto e di parte del Friuli al Regno d’Italia. Questa data non è quindi un evento isolato, ma parte di un processo che ha ridefinito la mappa politica e culturale della regione.

Come sottolineato da storici del calibro del Prof. Paolo Cammarosano (già docente di Storia Medievale all’Università di Trieste) e ampiamente documentato negli archivi dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea della Marca Trevigiana (ISTRESCO), l’annessione al Regno d’Italia fu un passaggio complesso. Per il territorio dolomitico bellunese, questo evento ebbe conseguenze dirette: mentre la maggior parte della provincia entrava a far parte dell’Italia unita, alcune aree storicamente legate, come Cortina d’Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana e Colle Santa Lucia, rimasero sotto l’Impero Austro-Ungarico fino alla fine della Prima Guerra Mondiale (1918). Questa divisione, durata oltre cinquant’anni, ha lasciato un segno indelebile sull’identità culturale e linguistica di queste comunità, ancora oggi percepibile.

Il Plebiscito del 1866 e le Dolomiti

Contesto: Dopo la Terza Guerra d’Indipendenza, l’Austria cedette il Veneto e parte del Friuli alla Francia, che a sua volta li trasferì al Regno d’Italia. Per legittimare questo passaggio, furono indetti plebisciti. Impatto sul Bellunese: La quasi totalità della provincia votò per l’annessione, ma i territori “ladini” (Ampezzo, Fodom, Col) rimasero sotto l’Impero asburgico. Questa “frattura” storica è fondamentale per comprendere le successive rivendicazioni territoriali e le autonomie speciali. Riferimenti Accademici: Studi del Centro di Studi Storici e Archivistici di Belluno e pubblicazioni del Prof. Mario Brunetti (storico locale) approfondiscono le implicazioni di tale divisione.

Feste del Raccolto e Identità Culturale: Il Ritmo della Montagna

Spostandosi dal grande scenario storico alla vita quotidiana, il periodo intorno al 19 ottobre è da sempre scandito dalle “Feste del Raccolto” e dalle celebrazioni della tradizione. Questi eventi non sono semplici sagre, ma momenti di forte coesione sociale e di riaffermazione di un legame ancestrale con la terra e i suoi frutti.

A Merano (Alto Adige), ad esempio, in questo weekend si celebra la celebre Festa dell’Uva, un appuntamento che, secondo gli studi di antropologi culturali dell’Università di Innsbruck (per il Tirolo storico) e dell’Università di Trento, rappresenta molto più di una semplice degustazione: è un rito che celebra la fine del ciclo agricolo, il ringraziamento per l’abbondanza e la riaffermazione di un’identità alpina legata alla viticoltura. Similmente, in Val di Fassa (Trento) o in alcune valli del Friuli (Udine, Pordenone), il “Ringraziamento” o altre feste autunnali segnano il passaggio tra la stagione produttiva e l’inverno, con rievocazioni storiche, mercati contadini e momenti di convivialità che valorizzano i prodotti tipici e le antiche usanze.

Tradizioni Autunnali nelle Alpi Orientali

Valore Culturale: Queste feste sono espressione di un patrimonio immateriale che rafforza il senso di appartenenza delle comunità, specialmente in un’epoca di globalizzazione. Economia Locale: Promuovono i prodotti di nicchia (vino, formaggi, salumi, mele) e il turismo enogastronomico, contribuendo alla sostenibilità economica delle aree montane. Ricerca: Il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina (San Michele all’Adige) e l’Atlante Linguistico ed Etnografico Italiano (ALEI) offrono ampie documentazioni su queste tradizioni.


L’Urgenza del Presente: Rischio Idrogeologico e la Memoria di Vaia

Infine, il 19 ottobre, inserito nel periodo autunnale, riporta alla mente le sfide più pressanti per il territorio: la gestione del rischio idrogeologico. Ottobre e novembre sono i mesi in cui il maltempo, con piogge intense e persistenti, può scatenare eventi distruttivi. La memoria della Tempesta Vaia, che tra il 27 e il 29 ottobre 2018 ha devastato intere foreste e infrastrutture nelle Dolomiti e nel Prealpi venete e friulane, è ancora vivissima. Sebbene il 19 ottobre non sia l’anniversario esatto, è un giorno che cade nel pieno del periodo in cui la consapevolezza e la prevenzione diventano cruciali.

Il Prof. Giorgio Vacchiano (Università degli Studi di Milano), esperto di gestione forestale, e le analisi condotte dall’ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto) e dall’Agenzia per l’Ambiente e la Prevenzione (APPA) di Trento e Bolzano, evidenziano come il cambiamento climatico stia aumentando la frequenza e l’intensità di questi fenomeni. La fragilità del suolo, le pendenze elevate e la deforestazione (anche naturale, post-Vaia) rendono le Dolomiti un ambiente altamente vulnerabile. La discussione, quindi, non si ferma alla sola emergenza, ma si estende alla pianificazione a lungo termine, alla resilienza dei boschi e alla riqualificazione dei corsi d’acqua.

Fattori di Rischio: Geologia carsica, forte pendenza, eventi piovosi estremi, disgelo rapido. Conseguenze: Frane, smottamenti, alluvioni lampo, caduta massi. Strategie di Prevenzione: Manutenzione del territorio (briglie, argini, rinaturalizzazione), gestione forestale sostenibile (ricostituzione post-Vaia), monitoraggio avanzato (sensori, droni), educazione civica della popolazione. Riferimenti Scientifici: Ricerca del CNR-IRPI (Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica) e dati del Servizio Geologico delle Province Autonome.

Le Dolomiti e il Rischio Idrogeologico


In voga