La Croda Marcora, nelle Dolomiti Bellunesi, è stata teatro di una serie di significative frane tra il 20 giugno e il 9 luglio 2025, generando preoccupazione e mobilitando esperti e autorità. Questi eventi hanno sollevato interrogativi sulle cause e sulla gestione del rischio idrogeologico in un’area già storicamente fragile.
Le Ipotesi e le Osservazioni degli Esperti
Il geologo Nicolò Doglioni, incaricato dalla Provincia, ha condotto sopralluoghi, anche aerei, rilevando che i recenti distacchi di materiale roccioso dalla Croda Marcora sono stati di “medie dimensioni”. Ha notato che i crolli, per un volume complessivo stimato di oltre 15.000 metri cubi di materiale, sono avvenuti nella stessa area di una precedente frana di due anni fa, ma a una quota più elevata, con due distacchi distinti su canaloni adiacenti.
Tra le ipotesi sulle cause, il fattore climatico emerge con forza. Le temperature eccezionalmente alte registrate nei giorni precedenti gli eventi, con lo zero termico ben al di sopra della cima Marcora, avrebbero contribuito allo scioglimento degli ultimi residui di permafrost. Questo fenomeno, che indebolisce la roccia e il terreno, è indicato come un potenziale catalizzatore della maggiore instabilità del versante. L’area, infatti, è riconosciuta come geologicamente complessa e storicamente soggetta a movimenti franosi.
La Risposta della Protezione Civile e le Misure Adottate
Di fronte all’emergenza, la Prefettura di Belluno ha coordinato una serie di incontri tecnici che hanno coinvolto enti come Anas (responsabile della SS51 Alemagna), la Provincia (per la frana di Cancia) e la Regione Veneto. L’obiettivo è stato quello di definire un piano coordinato per la gestione della viabilità e delle criticità sul territorio, con scelte condivise e omogenee per l’intera area del Boite.
Tra le misure immediate adottate o in fase di implementazione per il monitoraggio e la mitigazione del rischio, spiccano:
- Installazione di videocamere ad alta risoluzione: Un primo passo per una sorveglianza costante dei versanti interessati.
- Implementazione di un sistema di monitoraggio più evoluto: L’obiettivo a lungo termine è un controllo sofisticato che possa rilevare anche i movimenti più piccoli.
- Riapertura controllata della viabilità: La SS51 Alemagna, fondamentale arteria stradale, è stata soggetta a chiusure e riaperture parziali, condizionate dalle osservazioni sulle dinamiche delle colate detritiche e dalle condizioni meteorologiche. È stata prevista una riapertura definitiva con controlli e limitazioni.
Confronto con Eventi Simili nel Mondo
Le frane della Croda Marcora, seppur con le loro specificità locali, rientrano in un quadro globale di eventi franosi sempre più frequenti e intensi, spesso esacerbati dai cambiamenti climatici e dalle attività umane.
A livello mondiale, le principali cause di frane includono:
- Piogge intense e prolungate: L’acqua satura il terreno, riducendo l’attrito e la stabilità dei pendii. Questo è un fattore comune a molti eventi, e le previsioni indicano un aumento delle precipitazioni estreme in molte aree a causa del cambiamento climatico.
- Attività sismica e vulcanica: Terremoti ed eruzioni possono destabilizzare i versanti.
- Attività umana: Costruzioni, estrazione mineraria e deforestazione alterano la stabilità dei pendii naturali.
- Fattori geologici: La composizione del suolo e delle rocce, unitamente alla pendenza del versante, gioca un ruolo cruciale. Rocce come l’argilla o lo scisto sono più inclini allo scivolamento quando bagnate.
- Scioglimento del permafrost e dei ghiacciai: In regioni montuose come le Alpi, l’innalzamento delle temperature causa lo scioglimento del permafrost, rendendo i pendii rocciosi più instabili, come ipotizzato per la Croda Marcora.
Le conseguenze delle frane a livello globale sono devastanti: perdite di vite umane, feriti, sfollati, danni significativi a infrastrutture e impatti economici. L’Asia e le Americhe sono tra i continenti più colpiti. Molti studi evidenziano come i cambiamenti climatici, la deforestazione e l’urbanizzazione stiano intensificando le condizioni che portano a questi disastri, e la frequenza delle frane indotte dall’attività umana è in aumento.
Nel caso della Marcora, l’esperienza pregressa di frane nella stessa area e l’influenza dello scioglimento del permafrost la collegano strettamente a un fenomeno più ampio che interessa molte catene montuose a livello globale, come le Ande e l’Himalaya, dove il riscaldamento globale sta accelerando il disgelo dei ghiacciai e l’instabilità dei versanti. Questo sottolinea la necessità di strategie di prevenzione e gestione del rischio sempre più integrate e basate su un monitoraggio avanzato, come quelle che si stanno cercando di attuare per la Croda Marcora.
Le informazioni sono state raccolte da fonti giornalistiche e istituzionali, tra cui:
- Crollo Cima Marcora. Domani un geologo sarà sul posto per il sopralluogo | Bellunopress
- Sopralluogo a Croda Marcora. Bortoluzzi: “Il distacco di materiale è avvenuto nella stessa area della frana di due anni fa” | Bellunopress
- Emergenza frane nel Bellunese, sensori e telecamere sui versanti a rischio e altri semafori – CorriereAlpi
- Vertice in Prefettura sui crolli della croda Marcora: un piano coordinato per la viabilità del Boite | Bellunopress
- Tavolo in Prefettura sulla situazione dei crolli del monte Marcora. Audio – Radio Club 103
- Frana sulla Croda Marcora: verso una possibile riapertura parziale della SS51 – Amico del Popolo
- Frana Croda Marcora, la SS51 Alemagna riapre oggi alle 13: controlli meteo e limitazioni – Bellunesi nel mondo
- Nuova frana in Cadore, esteso lo stato di emergenza regionale. Zaia: “Importanti forze in campo e interventi tempestivi per un territorio tanto prezioso quanto fragile” – Regione del Veneto
- (PDF) Landslides in a changing world – ResearchGate
- Landslides: Studying Causes, Types, Impacts and Prevention Strategies – Longdom
- Landslides – World Health Organization (WHO)
- Global fatal landslide occurrence from 2004 to 2016 – NHESS




