Infrastrutture. > Aeroporto di Bolzano.
E con il capoluogo vola il Trentino Alto Adige e le Dolomiti.
L’aeroporto di Bolzano ha una storia affascinante che intreccia aviazione militare, sviluppo civile e scelte politiche locali. Ecco un quadro completo:
L’area di San Giacomo, dove sorge l’aeroporto, era già un campo di aviazione austro-ungarico nel 1918.
Nel 1919 ospitava la 31ª Squadriglia dell’aeronautica italiana.
L’aeroporto civile è stato ufficialmente istituito il 4 ottobre 1926 con un Regio Decreto, segnando la sua transizione da uso militare a uso pubblico.
È classificato come aeroporto commerciale civile e militare, ma la sua gestione e operatività sono prevalentemente civili, con voli di linea, charter e privati.
La sezione militare è limitata e ospita il 4º Reggimento AVES “Altair”, ma non interferisce con le attività civili. La gestione è affidata alla ABD Airport S.p.A., una società privata che ha rilevato lo scalo dopo il referendum del 2016, in cui la popolazione ha votato contro il finanziamento pubblico.
Negli anni ’90 e 2000, l’aeroporto è stato modernizzato con una nuova torre di controllo, hangar, parcheggi e una pista allungata a 1432 metri.
Dal 2021, una compagnia aerea ha rilanciato lo scalo con voli verso città italiane ed europee come Berlino, Londra, Düsseldorf e Olbia.
È diventato un hub regionale per il turismo nelle Dolomiti e per la business aviation.
Il referendum provinciale sull’aeroporto di Bolzano si è tenuto il 12 giugno 2016 ed è stato un momento cruciale per il futuro dello scalo altoatesino.
Gli elettori dovevano decidere se approvare il disegno di legge n. 60/15, che prevedeva:
- Obiettivi di sviluppo per l’aeroporto
- Un tetto massimo al finanziamento pubblico dello scalo
La popolazione ha partecipato attivamente, come dimostrano i numeri:
Affluenza: 46,7% (quorum del 40% superato)
- No: 70,7%
- Sì: 29,3% Il voto ha quindi bocciato il finanziamento pubblico e lo sviluppo previsto per l’aeroporto.
La conseguenza è stata che la Provincia Autonoma di Bolzano ha deciso di uscire dalla società ABD, che gestiva lo scalo.
È stata quindi avviata una gara europea per affidare la gestione a un soggetto privato.
Il progetto di ampliamento, che includeva l’allungamento della pista e più voli giornalieri, è stato abbandonato.
Con la vittoria del No, i favorevoli al progetto originario hanno lamentato la perdita di opportunità economiche, ma alcuni si sono ricreduti vedendo il successo del rilancio privato.
Le motivazioni del “No”particano fondamentalmente da timori ambientali e sperpero di denaro pubblico. I sostenitori del “No” hanno rivendicato la scelta come trionfo della partecipazione civica e della difesa ambientale.
Timori per l’impatto del traffico aereo sulle Dolomiti. Critiche agli investimenti pubblici: secondo i Verdi, erano già stati spesi 120 milioni di euro senza risultati soddisfacenti.
Inoltre si sollevavano dubbi sull’efficacia economica: molti cittadini non vedevano benefici concreti per il territorio
Ancora oggi, il tema divide l’opinione pubblica altoatesina, ma l’aeroporto è tornato ad avere un ruolo rilevante senza pesare sul bilancio pubblico.
La svolta per lo sviluppo dello scalo arriva con il Cambio di gestione
In seguito al “No” al finanziamento pubblico, la Provincia Autonoma di Bolzano ha disinvestito dalla società ABD Airport S.p.A.
È stata indetta una gara europea per trovare un operatore privato disposto a gestire lo scalo senza fondi pubblici.
La società ABD Airport S.p.A. è stata rilevata da un soggetto privato, che ha assunto tutti gli oneri e i rischi operativi.
Il nuovo gestore ha avviato l’ammodernamento delle infrastrutture, migliorando la pista, la torre di controllo e le strutture di accoglienza.
Dal 2021, la compagnia SkyAlps ha reintrodotto voli regolari per città italiane ed europee, rendendo Bolzano una porta d’accesso alle Dolomiti.
Lo scalo è tornato operativo per voli di linea, charter, business aviation e turismo, senza alcun contributo pubblico.
Dopo il “No” ai finanziamenti pubblici, molti timori ecologici si sono attenuati, grazie alla gestione privata che ha scelto di limitare il traffico aereo.
L’infrastruttura rimane piccola e contenuta, con voli su aeromobili a elica meno rumorosi e più efficienti.
Non ci sono piani per espansioni invasive o allungamenti della pista: questo ha rassicurato le associazioni ambientaliste locali.
Lo scalo è diventato una porta d’ingresso strategica per chi visita le Dolomiti, soprattutto da città come Berlino, Düsseldorf, Olbia e Roma.
La compagnia che effettua i voli propone rotte stagionali, collegate alle attività alpine e alla promozione del turismo sostenibile.
Grazie alla posizione vicina a Merano, Val Gardena e Alta Badia, l’aeroporto ha rafforzato il ruolo dell’Alto Adige come destinazione di qualità, soprattutto nel settore outdoor e wellness.
Nel complesso, Bolzano è diventato un esempio curioso: un aeroporto rifiutato dai fondi pubblici, ma rinato con spirito imprenditoriale e attenzione al territorio.
Infine una curiosità. L’aeroporto risulta intitolato a Francesco Baracco, l’eroe di guerra precipitato nel trevigiano dopo un conflitto a fuoco e titolare del famoso cavallino rampante donato a Enzo Ferrari.
Ma ancora il suo nome non è “entrato” nella fama popolare.
Il nome riconosciuto inizialmente è Aeroporto Bolzano-Dolomiti, o in tedesco Flughafen Bozen-Dolomiten.
È anche comunemente chiamato Aeroporto di San Giacomo, dal nome della zona in cui si trova, a sud della città di Bolzano.




