Personaggi.

Giovanni Cenacchi

Giovanni Cenacchi, ritratto o foto in montagna
Giovanni Cenacchi (1963-2006), alpinista, scrittore e documentarista, la cui opera ha offerto uno sguardo intimo e critico sulle Dolomiti.

La voce di Giovanni Cenacchi (1963-2006) è una delle più intense e malinconiche che abbiano raccontato le Dolomiti nel Novecento. Cenacchi è nato a Cortina d’Ampezzo nel 1963, un dettaglio che cementa il suo legame profondo e nativo con il paesaggio alpino che avrebbe tanto amato e descritto. Alpinista appassionato e autore di documentari pluripremiati, Cenacchi non si limitò a descrivere le vette; ne indagò l’anima, la storia dimenticata e la bellezza fugace. Era un alpinista di grande spessore e un membro onorato del prestigioso Gruppo Rocciatori “Scoiattoli di Cortina”.

Cenacchi trasformò il suo amore per le montagne in una vera e propria “guida letteraria per escursionisti fuorirotta”, invitando i lettori a esplorare non solo i sentieri battuti, ma soprattutto i margini, i luoghi dimenticati e le storie umane che le Dolomiti custodiscono. La sua prematura scomparsa, dovuta a una grave malattia, lo ha reso una meteora nel panorama letterario alpino, ma ha cristallizzato la sua scrittura, donandole una forza, una severità critica e un’onestà intellettuale rare. Questo approfondimento mira a riscoprire la figura di Cenacchi, l’uomo che vedeva le Dolomiti come il “cuore d’Europa” e che ci ha lasciato un inestimabile testamento di amore e confronto con la montagna.


Alpinismo, Cinema e Giornalismo: Il Ritratto del Cercatore

La vita professionale di Giovanni Cenacchi fu un incrocio dinamico di passione e documentazione. Come alpinista, predilesse le vie classiche e i percorsi meno battuti, sviluppando una conoscenza profonda delle Dolomiti, in particolare il gruppo delle Tre Cime di Lavaredo, la Schiara e le aree della Grande Guerra tra Sesto e Braies. Ma la sua vera vocazione fu quella di raccontare la montagna.

Collaborò con le più importanti riviste di settore e si distinse come documentarista. Il suo film “I Cavalieri delle Vertigini” (2000), dedicato agli Scoiattoli di Cortina e al mondo dell’alpinismo, vinse un premio al Film Festival della Montagna di Trento, attestando la sua capacità di unire la conoscenza tecnica all’eccellenza narrativa. Cenacchi vedeva la montagna con lo sguardo di un botanico, di un cartografo e di un poeta insieme. Questa pluralità di prospettive gli permise di creare opere che non erano semplici guide, ma veri e propri saggi letterari e storici, arricchiti da una profonda malinconia.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO: L’Alpinismo Ampezzano e gli “Scoiattoli di Cortina”

Un Legame Profondo con l’Elite Alpinistica di Cortina

Il legame di Cenacchi con Cortina d’Ampezzo e l’alpinismo ampezzano è cruciale. Fu socio del Gruppo Rocciatori “Scoiattoli di Cortina”, la più famosa e storica associazione alpinistica italiana, che da decenni incarna lo spirito di avventura e l’eccellenza alpinistica locale. Questo onore non solo testimonia le sue capacità tecniche in parete, ma anche la sua profonda integrazione e conoscenza delle dinamiche e delle tradizioni ampezzane.

La sua vicinanza a questo ambiente lo portò a scrivere il libro “Gli Scoiattoli di Cortina – Storia e memoria di 50 anni d’alpinismo ampezzano” (1989), un’opera fondamentale per comprendere la storia dell’alpinismo locale. Inoltre, la sua collaborazione con il celebre Lino Lacedelli, uno dei due primi conquistatori italiani del K2, sfociò nel libro “K2. Il prezzo della conquista” (2004), un’opera che mescola storia, epica e riflessione sulla moralità della sfida estrema.

Cenacchi fu, quindi, un ponte tra l’alpinismo di alto livello e la sua narrazione critica e poetica, capace di raccontare le imprese epiche con uno sguardo disincantato ma pieno di ammirazione per lo spirito umano.


La Scrittura Fuorirotta: Dolomiti, Storia e Filosofia

Il contributo più originale di Cenacchi è la sua capacità di trasformare le guide di montagna in testi letterari. La sua opera più celebre, “Dolomiti cuore d’Europa: Guida letteraria per escursionisti fuorirotta”, non è una guida tradizionale; è un invito a perdersi per ritrovarsi. Cenacchi intreccia storie di alpinisti pionieri con leggende ladine (come il Ciclo dei Fanes), vicende della Grande Guerra e riflessioni filosofiche.

Egli criticava aspramente il turismo di massa e la mercificazione della montagna, proponendo un approccio più umile e profondo, che includesse il “privilegio dello smarrimento poetico”. I suoi libri, come “Teatri di guerra sulle Dolomiti. 1915-1917” (scritto con Mario Vianelli), sono un esempio del suo interesse per la storia, trasformando le trincee e le fortificazioni in luoghi di riflessione sul dramma umano e sulla bellezza violata del paesaggio.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO: L’Influenza Letteraria e il “Cammino tra le Ombre”

Tra Campana e Celati: La Poetica della Montagna Irregolare

Lo stile letterario di Cenacchi fu influenzato da grandi irregolari della letteratura italiana, in particolare il poeta “orfico” Dino Campana (come testimonia il suo saggio I Monti Orfici di Dino Campana) e lo scrittore Gianni Celati. Cenacchi ereditò da loro un linguaggio severo, essenziale e una visione del mondo come luogo di un nomadismo esistenziale e di una profonda malinconia.

Il suo ultimo libro, “Cammino tra le ombre” (pubblicato postumo nel 2008), è un documento di altissimo valore letterario e umano. Scritto mentre lottava contro una malattia incurabile, il libro è un confronto serrato, doloroso e a tratti rabbioso, con il dolore, la vita e la morte. Questo testamento poetico sigilla il suo posto tra i grandi interpreti della ricerca di senso.


Giovanni Cenacchi: scalatore, poeta e viandante. Nato a Cortina d’Ampezzo, ha percorso le Dolomiti con l’umiltà di chi cerca la verità, lasciandoci un’eredità letteraria essenziale per chiunque voglia comprendere il “cuore d’Europa” e il suo richiamo irresistibile.

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