Borca di Cadore è un piccolo scrigno incastonato tra le Dolomiti, un luogo dove la montagna non è solo sfondo, ma protagonista silenziosa della vita quotidiana. Si trova in provincia di Belluno, nel cuore dell’Alto Cadore, a 942 metri di altitudine, e oggi conta circa 801 abitanti. Ma ogni sguardo che si posa su queste vette, ogni passo tra i suoi boschi, racconta una storia più grande dei numeri.

Geograficamente, Borca si adagia lungo il corso del torrente Boite, ai piedi del maestoso Monte Antelao, il “Re delle Dolomiti”. Da qui si gode una delle più spettacolari vedute del Monte Pelmo, il “Caregón del Padreterno”. Il paese è circondato da lariceti, abetaie e prati alpini, attraversato da sentieri che un tempo erano vie di lavoro e oggi sono percorsi di meraviglia.

Paesaggisticamente, è un luogo che cambia volto con le stagioni: d’estate è un’esplosione di verde e luce, d’inverno un presepe silenzioso sotto la neve. Le frazioni di Villanova, Cancia e Corte sono piccoli mondi a sé, ognuno con la propria anima, la propria memoria.

Architettonicamente, Borca è un incontro tra tradizione e modernità. Le case in pietra e legno, le chiese antiche come quella dei Santi Simone e Taddeo, e il celebre Villaggio Eni progettato da Edoardo Gellner e Carlo Scarpa tra gli anni ’50 e ’60, raccontano un’epoca in cui l’architettura cercava armonia con la natura. Quel villaggio, nato per ospitare i dipendenti dell’ENI, è oggi un simbolo di visione sociale e bellezza integrata nel paesaggio.

Un tempo, l’economia di Borca si fondava su agricoltura, pastorizia e silvicoltura. I boschi erano fonte di vita, il legname scendeva a valle per nutrire la Serenissima. Poi venne l’industria, e con essa il sogno del Villaggio Eni, che portò lavoro, cultura, dignità. Oggi, quel sogno è in parte svanito, ma resta vivo nei progetti di riqualificazione e nei ricordi di chi l’ha vissuto.

Il turismo è oggi la linfa vitale del paese. Borca è una meta amata da chi cerca natura, sport, relax e autenticità. È punto di partenza per escursioni, ferrate, ciaspolate. È vicina a Cortina d’Ampezzo e San Vito di Cadore, ma conserva un’anima più intima, più vera. Il Corte SPA, i sentieri dell’ex ferrovia, il Museo Naturalistico Olimpia Perini, la biblioteca ladina: tutto parla di un paese che vuole accogliere senza snaturarsi.

Eppure, Borca vive oggi una sfida silenziosa: la popolazione invecchia, i giovani partono, l’economia è fragile. Ma c’è una forza che resiste: quella delle radici, della comunità, della bellezza che non si arrende. Qui, ogni pietra ha memoria, ogni albero ha voce, ogni tramonto è una promessa.

Borca di Cadore non è solo un luogo: è un sentimento. È la nostalgia di un passato fatto di mani operose e sogni condivisi, e la speranza ostinata di un futuro che sappia ancora ascoltare il respiro delle montagne.