Vigo di Cadore è un paese che si porta nel cuore come una preghiera sussurrata tra le montagne. Si trova a 951 metri di altitudine, nel cuore dell’Oltrepiave cadorino, in provincia di Belluno, e oggi conta circa 1.334 abitanti. Ma ogni vigése è custode di una storia antica, di un’identità scolpita nella pietra e nella memoria.
Un paesaggio che accoglie e protegge
Vigo si adagia su un altopiano soleggiato, circondato da catene montuose come i Brentoni, il Monte Tudaio, lo Schiavon e i Cadini di Laggio. Il suo territorio è attraversato da boschi di conifere e latifoglie, da torrenti impetuosi e da sentieri che si perdono tra le nuvole. L’altopiano di Casera Razzo, a 1.800 metri, è un balcone naturale sulle Dolomiti, dove d’estate i pascoli si accendono di luce e d’inverno la neve trasforma tutto in poesia.
Architettura: pietra, fede e arte
Vigo è un museo a cielo aperto. La Chiesa di Sant’Orsola, con i suoi affreschi trecenteschi, è una piccola cappella degli Scrovegni tra le Dolomiti. La Pieve di San Martino Vescovo, con opere di Cesare Vecellio e un organo storico, racconta secoli di spiritualità e bellezza. La Chiesa della Madonna della Difesa, costruita nel 1512, è un voto scolpito nella pietra. E poi ci sono le case in pietra e legno, le frazioni di Laggio, Pelòs, Piniè e Treponti, ognuna con la sua voce, la sua anima.
Un’economia che ha fatto la storia
Un tempo, Vigo era cuore pulsante dell’economia cadorina. I suoi boschi alimentavano la Serenissima, le sue segherie e mulini sfruttavano la forza dell’acqua. L’agricoltura era povera ma dignitosa: si coltivavano segale, miglio, fagioli, patate, mais, e si allevavano bovini e ovini. Le Regole, antiche istituzioni comunitarie, gestivano i beni collettivi con saggezza. Poi venne l’industria: occhialeria, falegnameria, lavorazione del ferro e del legno. Vigo fu anche centro di produzione di strumenti ottici e fotografici, un’eccellenza nel Bellunese.
Oggi: tra memoria e rinascita
Oggi, molte fabbriche sono chiuse, le stalle sono vuote, le latterie silenziose. Ma qualcosa resiste: piccole imprese agricole, allevamenti non intensivi, iniziative culturali e artigiane che cercano di recuperare il passato per costruire il futuro.
Turismo: la bellezza che accoglie
Vigo è una meta per chi cerca autenticità, silenzio, natura e cultura. Il turismo è discreto ma prezioso: escursioni, rifugi, chiese, musei, eventi come il Palio di San Martino. Il paese promuove un turismo lento e sostenibile, fatto di incontri, racconti, emozioni.
Vigo di Cadore non è solo un luogo: è un sentimento. È il profumo del legno bagnato, il suono delle campane al tramonto, la luce che filtra tra gli abeti. È la nostalgia di un passato fiero e la speranza ostinata di un futuro possibile.