Benvenuti nel salotto di Domenica. Qui si vive, si ride, si respira. E si torna sempre volentieri.
“Il mattino in quota” Nel cuore dell’autunno, tra larici dorati e silenzi che insegnano
Domenica 19 ottobre.
Ottobre è il mese che non chiede nulla: solo di essere guardato. Tra le valli dolomitiche, il bosco cambia voce. I larici si tingono d’oro, le prime brinate disegnano geometrie sui prati, e il silenzio si fa maestro. Questa domenica è fatta per camminare piano, per ascoltare il tempo che si ritira, per lasciare che la montagna ci parli.

| “Chi va piano, arriva al pascolo.”
Detto delle valli ladine, tramandato dai pastori transumanti.
La fretta non appartiene alla montagna. Ogni passo ha il suo tempo, ogni traguardo il suo respiro. È un invito a iniziare la giornata con lentezza, fiducia e radicamento. Questo proverbio non parla solo di animali e prati.
Parla di fiducia nel tempo, di ritmo interiore, di scelte che rispettano il paesaggio. Nelle Dolomiti, dove ogni sentiero ha il suo respiro, “andare piano” non è lentezza: è saggezza.
Applicazione quotidiana
- Inizia la giornata senza fretta: lascia che il caffè si scaldi piano, che il pensiero si distenda.
- Se hai un progetto, un’idea, un dubbio: non forzarlo. Accompagnalo come fosse un gregge.
- Ricorda che il pascolo — la meta, la risposta, la quiete — arriva per chi sa aspettare.
Pranzo: Zuppa d’orzo e finferli

| Zuppa d’orzo e finferli”
Ingredienti (per 4 persone)
-150 grammi di orzo perlato
-200 grammi di finferli freschi
-1 patata dolomitica
-1 carota e 1 costa di sedano
-brodo vegetale
-olio extravergine d’oliva
-rametto di timo
-Sale, pepe nero q.b.
Procedimento
Soffriggi le verdure tritate in olio, aggiungi l’orzo e la patata a cubetti. Versa il brodo caldo e cuoci per 30 minuti. Aggiungi i finferli puliti e il timo fresco. Servi con pepe nero e un filo d’olio crudo. È la zuppa che scalda le mani e racconta il bosco.
Pomeriggio

Dedicati al passo lento
Questa settimana, scegli una cosa da fare lentamente. Cammina senza meta, scrivi una lettera a mano, cucina senza timer. La montagna insegna che il ritmo non è un ostacolo, ma una forma di verità. Chi rallenta, vede meglio.
Scrittura
Anche oggi ritorniamo sulla scrittura. Approfitta per riprendere un rito che piacerà di sicuro a chi ti è davvero caro. Scrivi una lettera. Annota e abbozza quello che senti e lascialo sul tavolo con la penna. Esci. Poi quando rientri riprendilo e correggi. Quindi approva e domani spedisci.
Camminare
Senza meta, e perché no? Lo puoi fare proprio dopo il pasto. Assapora il momento propizio e imbocca la strada che ti ispira.
Perché camminare fa bene (Camminare è scrivere con i passi)
Quando il pranzo si è posato e il sole filtra tra i larici, la camminata diventa un gesto gentile. Non serve andare lontano: basta uscire, scegliere un sentiero e lasciarsi portare.
- Rallenta il pensiero: ogni passo è una pausa, ogni respiro un chiarimento
- Stimola la creatività: le idee si muovono con il corpo, si sbloccano tra foglie e silenzi.
- Fa bene al cuore: migliora la circolazione, riduce lo stress, regala sonno profondo.
- Crea connessione: con sé stessi, con chi ci accompagna, con il paesaggio.
Al ritorno, trasforma questi tre segni in una frase, un disegno o un gesto. Camminare è come scrivere senza penna. Ogni passo è una parola, ogni sosta una punteggiatura.
Per chi resta in casa
Chi resta in casa, scelga un libro che profuma di legno e vento. Consiglio: La montagna incantata di Thomas Mann, per chi ama il tempo che si dilata.
Thomas Mann (1875–1955), premio Nobel per la Letteratura nel 1929, è stato uno dei grandi maestri della narrativa europea. Con La montagna incantata (1924), ci regala un viaggio lento, profondo, ambientato in un sanatorio alpino dove il tempo si dilata e il pensiero si fa paesaggio. Il protagonista, Hans Castorp, arriva per una breve visita. Ma la montagna lo trattiene. E ciò che doveva essere un soggiorno si trasforma in una esplorazione dell’anima, tra dialoghi memorabili, personaggi simbolici e riflessioni sul tempo, la malattia, la cultura.
Perché leggerlo oggi
- Perché è un libro che non corre.
- Perché ogni pagina è una salita, ma anche una contemplazione.
- Perché in un mondo che accelera, La montagna incantata è un rifugio.
Leggilo nel tuo posto preferito, con una coperta sulle gambe e il bosco che respira fuori dalla finestra. Ogni capitolo è una vetta. Ogni pausa, una valle.
Si fa sera: “Cena e poi? Cinema, fiction o un bicchiere?”?

Assaporare il vino dopo la cena:
Teroldego Rotaliano DOC
1) È un rosso trentino elegante, profondo, con note di frutti di bosco e sottobosco. 2) Ha tannini gentili e un finale balsamico che si sposa con la quiete serale. 3) Perfetto da bere lentamente, magari con un pezzetto di cioccolato fondente o semplicemente guardando il fuoco.
È il vino che non accompagna il pasto: lo segue, lo chiude, lo racconta.
Cena salva-frigo: Frittata rustica di patate e formaggio di malga
Ingredienti:
- 2 patate medie (anche già cotte o avanzate)
- 3 uova
- 1 cipolla piccola
- 80 g di formaggio di malga (o qualsiasi formaggio semi-stagionato)
- Olio extravergine, sale, pepe, rosmarino
Procedimento:
- Taglia le patate a cubetti e rosolale in padella con cipolla e rosmarino.
- Sbatti le uova con sale e pepe, aggiungi il formaggio a pezzetti.
- Versa il composto sulle patate, cuoci a fuoco medio con coperchio.
- Gira la frittata con un piatto e termina la cottura.
- Servi con insalata di cavolo cappuccio o pane nero.
È il piatto che salva la dispensa e scalda la sera.
Cinema, consiglio Le Otto Montagne Regia di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch Tratto dal romanzo di Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017
Due amici, una baita, una montagna che non è solo sfondo ma maestra. Pietro e Bruno si incontrano da bambini, si perdono, si ritrovano. Il film è girato in formato 4:3, con luce naturale e silenzi che parlano. Ogni scena è una meditazione sul tempo, sull’amicizia, sul ritorno.
Perché guardarlo: Perché la montagna insegna anche a chi resta in città. Perché ogni legame ha bisogno di altitudine. Perché chi costruisce una baita, costruisce anche se stesso.
Alternativa: Un bicchiere di Teroldego Rotaliano, davanti al camino. Per chi preferisce chiudere il giorno con un sorso e un pensiero:

Pensiero della buonanotte
Oggi la montagna ha parlato piano. Ha lasciato cadere le foglie, ha fatto spazio al silenzio. Ora tocca a noi: chiudere gli occhi, lasciare andare il peso, e fidarci del sentiero che continua anche nel sonno.
Buonanotte, Dolomitici. Che il riposo sia come un rifugio: semplice, alto, protetto.
Prossimo appuntamento con Domenica per il 26 ottobre. Arrivederci.
rubrica precedente – Domenica 5 ottobre.
rubrica successiva – Domenica 16 ottobre.
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